Ciao a tutti e buona festa della donna a tutte le magnifiche e forti donne che ci sono nel mondo; ho deciso proprio questo giorno per pubblicare questo post perchè, quale miglior occasione di parlare di come vengono trattate le donne se non la giornata mondiale della dona?
Quasi due anni fa feci un post dove parlai di come è la vita di una donna in America Latina, prendendo ad esempio alcuni stati. Ho pensato di riproporlo, però prendendo l'Europa; ho chiesto a diverse mie amiche e ad alcuni ragazzi che hanno fatto l'anno all'estero in uno dei paesi Europei.
Ina, una mia amica finlandese, ci racconta come si sente ad essere una donna in Finlandia:
“I diritti delle donne, qui in Finlandia, sono uguali a
quelli degli uomini. La Finlandia è stato il primo stato Europeo dove le donne
hanno avuto il diritto di voto. Le donne hanno le stesse opportunità di
studiare e lavorare; anche gli stipendi sono uguali.
Allo stesso tempo però, la Finlandia è uno dei paesi Europei
più pericoloso per le donne, nel senso di violenza domestica, stupri, ecc. Ogni
anno muoiono moltissime donne. Uno dei motivi principali è che l’uomo l’unica
cosa che ha in più come “diritto” rispetto alle donne è la forza fisica e
quindi la utilizza per “sfogare” le frustrazioni.
Parlando da donna finlandese mi sento molto sicura, non ho
paura a camminare per strada da sola e di notte, so che ho le stesse
opportunità degli uomini.”
Victoria, una mia compagnia di corso, nata in Moldavia, che vive coi suoi genitori qui a Brescia da anni; ci racconta come è essere una donna in Moldavia:
"É ben noto ed accettato che sia gli uomini che le donne, nella società moldava, hanno un
ruolo ben definito, rispettivamente quello di sostenere la propria famiglia economicamente
per l’uomo e prendersi cura della casa per la donna.
Al giorno d’oggi la donna può uscire dal proprio “guscio” e pensare alla sua istruzione e
carriera ma comunque arriva un momento della propria vita in cui, come donna, devi mettere
in stand-by un pò tutto per accasarti.
Anche se la Moldavia si considera un paese dagli usi e costumi europei c’è la tendenza di
sposarsi comunque presto (a partire dai 20 anni): anche se adesso le cose sono “cambiate”
perché la gente, generalmente, concepisce prima un figlio poi si sposa.
Si può notare, specialmente, nelle vecchie generazioni un grado di sottomissione da parte
delle donne nei confronti dell’uomo perché si pensa che quest’ultimo sia il capo della casa.
Questo atteggiamento lo si vede anche nelle coppie di giovani di oggi.
Molte cose sono “mal viste” se sono fatte da una donna come non sistemarsi con un “bel
giovanotto” prima dei 30-35 anni oppure pensare al divorzio. “Ovviamente” bisogna fare il
possibile affinchè la società ti veda come una brava moglie e madre e “ovviamente” bisogna
evitare tutte quelle situazioni che possono trasformarti da rispettabile donna a una di facili
costumi come chi non si prende cura della casa o “ruba” i mariti altrui.
Non è facile essere una donna libera in una società molto tradizionalista e patriarcale
(talvolta anche molto maschilista) come quella moldava ma non a tutte dispiace condurre
una vita simile perchè tutto ciò fa parte della cultura moldava.
La Moldavia non è ancora pronta per affrontare un cambiamento “di genere” epocale.
Queste sono i pensieri di una donna moldava con un pò di contaminazione occidentale."
Zoe, una mia amica che ha fatto la quarta superiore in Polonia.
"Nel 2015 ho trascorso un anno nella seconda città per importanza della Polonia, Cracovia, frequentando una scuola polacca e vivendo presso una famiglia del posto. Questo mi ha permesso di capire a fondo la realtà di un paese che agli occhi di noi italiani rimane ancora sconosciuto, eccezion fatta per poche cose come gli accadimenti della 2° Guerra Mondiale e il fervente cattolicesimo dei polacchi. Sono anche questi gli aspetti che formano in parte la figura della donna polacca, che di base rimane una donna dell'est: fiera della storia e delle tradizioni del proprio paese, conservatrice, forte anche se l'importante è che sia "femminile"- si parla comunque di una femminilità dimessa- e sopratutto credente. Difatti la cultura cattolica ha ancora molta influenza sulle aspettative che si hanno nei confronti delle donne e per questo a volte si ha l'impressione di trovarsi nell'Italia di quarant'anni fa: le ragazze si sposano e hanno già il primo figlio subito dopo il liceo o comunque non oltre i 25 anni, la questione della casa spetta interamente a loro, anche se questo non impedisce loro dal diventare delle donne in carriera- è comunque sottointeso che la gioia più grande debba derivare dall'essere moglie, madre e angelo del focolare.
Purtroppo non c'è molta attenzione riguardo a temi come il sessismo e le violenze di genere, l'argomento viene sempre visto con fatalismo- sono disgrazie che succedono in casa altrui- e c'è molta omertà. Negli ultimi anni però si sta formando una certa consapevolezza femminista, a causa di un tema molto scottante per i polacchi e la Chiesa in generale, ovvero l'interruzione volontaria di gravidanza.
La Polonia ha una delle legislazioni sull'aborto più restrittive d'Europa- è permesso solo in 3 casi, che sono rari ed estremi- e le istituzioni lo condannano apertamente, difatti mi è capitato più volte che a scuola facessero delle lezioni che erano palesemente della propaganda anti-abortista. Nel 2016 fu abbozzato un disegno di legge per limitare l'interruzione volontaria di gravidanza solo al caso in cui la vita della donna fosse in pericolo e in risposta venne organizzata nelle principali città del paese la czarny protest: "la protesta in nero", in cui ogni manifestante era invitato a vestirsi di nero per contrastare la proposta, che venne accantonata poco dopo. Nei due anni successivi ci furono ulteriori tentativi di limitare la legislazione, accolti da ulteriori "proteste in nero", che si estesero anche agli altri paesi europei in un gesto di solidarietà nei confronti delle donne polacche.
Personalmente durante l'esperienza non ho mai temuto per la mia sicurezza, potevo girare indisturbata per la città e rientrare a casa da sola anche a tarda notte- Cracovia però è anche una delle città più sicure d'Europa.
In quanto ragazza non sono mai stata trattata diversamente nel senso in cui lo si intende di solito- non ho subito delle vere e proprie discriminazioni- però l'atteggiamento nei miei confronti era leggermente diverso: ad esempio ci si aspettava che su certi argomenti- come la politica- non avessi un'opinione e che spesso venissi aiutata da mio fratello, o comunque da un uomo, per svolgere certe attività della casa anche quando era evidente che non era necessario.
La motivazione che sottostà a questi esempi è credere che esistano "cose da maschi" e "cose da femmine". Difatti la differenza di genere in Polonia è ancora molto marcata, soprattutto in ambienti come la scuola, dove esistono ancora le uniformi e si attuano una serie di comportamenti- come ad esempio aprire la porta alle ragazze e dar loro la precedenza o lasciarle entrare per prime in classe al suono della campanella- che seppur intesi come gesti di galanteria, sono di fondo una forma- seppur benevola- di sessismo."
Sempre Zoe, ci racconta anche come vivere a Parigi per una donna perché adesso è lì per un programma annuale Erasmus.
"Con la Rivoluzione, la Francia non è stata solo la culla della democrazia contemporanea,ma anche del movimento femminista. Difatti il dibattito è iniziato a partire da un gruppo di intellettuali illuministe, tra cui Olympe De Gouges, che si chiesero se La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino appena stesa si applicasse soltanto all'uomo in quanto maschio o all'uomo in quanto essere umano- e quindi anche alle donne.
Il femminismo è quindi partr di un momento fondativo della storia francese e per questo è sempre stato presente nella cultura nazionale-sia alta, che bassa-senza contare che la maggior parte dei contributi accademici sull'argomento provengono proprio da intellettuali francesi, tra cui principalmente Simone De Beauvoir con il saggio Il Secondo Sesso- uno, se non il più importante testo peril movimento.
In Francia esiste quindi una maggiore consapevolezza riguardo al femminismo e le sue tematiche-difatti moltissime sono le associazioni e i collettivi che operano per raggiungere le pari opportunità, nella forma di sostegno alle donne in situazioni di difficoltà, ma anche e soprattutto facendo informazione, in particolare riguardo a temi come la salute sessuale. Molte di più sono anche le iniziative culturali a tema- da cicli di conferenze a letture, spettacoli e rassegne al cinema,che si svolgono anche al di fuori delle giornate di manifestazione del 25 novembre e dell'8 marzo.
Diversamente dall'anno all'estero, l'Erasmus mi ha permesso di entrare meno in contatto con la società francese, questo perché il programma in quanto tale espone chi vi partecipa all'ambiente universitario, che è una ristretta cerchia di persone e con un'istruzione sopra la media. Per di più vivendo a Parigi, mi trovo in un ambiente più simile alle realtà di altre metropoli come Londra o New York, piuttosto che al resto della Francia. Il clima di città ha un impatto notevole sulla sicurezza in generale, in quanto donne poi si corre un rischio maggiore- difatti nonostante tutte le precauzioni del caso purtroppo mi è capitato di subire molestie verbali, anche in luoghi affollati e alla luce del sole.
Nonostante ciò è evidente che la figura della donna in Francia sia più progressista rispetto ad altri paesi europei, tra cui anche l'Italia. La donna francese è una donna conscia del proprio ruolo sociale, emancipata e per questo spesso attivista pubblicamente non viene trattata diversamente dall'uomo, anche se purtroppo le discriminazioni e le violenze di genere rappresentano ancora un grande problema per il paese. Le statistiche riportano che le molestie, gli stupri e i femminicidi hanno un'incidenza superiore, anche solo rispetto all'Italia- ma è da mettere in conto che in Francia esiste meno omertà riguardo alla questione e per questo i numeri sarebbero superiori. Inoltre studi approfonditi riportano che queste violenze, così come altri fenomeni come ad esempio la prostituzione minorile e i matrimoni forzati, sono spia non quanto del sessismo,ma di un problema a monte che affligge il paese da diversi decenni: ovvero la crisi e la radicalizzazione delle banlieues, le periferie francesi note per un alto tasso di criminalità e degrado sociale.
Altri temi caldi per il paese coinvolgono il mondo del lavoro: oltre alla già citata lotta alle molestie, in questo caso sul posto di lavoro, un argomento molto sentito è la tutela delle lavoratrici madri, così come la differenza salariale di genere o gender pay gap, che in Francia si attesta intorno al 15%.
Riguardo, invece, il diritto all'aborto e alla contraccezione, la Francia si è sempre distinta per i traguardi raggiunti: La pillola del giorno dopo è gratuita al di sotto dei 21 anni e in ogni caso rimborsata al 65%, viene fornita nei consultori e dalle infermiere scolastiche e si può acquistare in farmacia senza ricetta. L'interruzione volontaria di gravidanza è interamente rimborsata dall'assicurazione sanitaria ed accessibile alle donne di tutte le età- nel caso si tratti di una ragazza minorenne a richiederla, può farlo anche senza autorizzazione dei genitori, se questi non fossero disposti al dialogo, sempre previe due visite mediche e una consultazione "psico-sociale". Il tasso di obiettori di coscienza tra i medici gira intorno al 7%- contro un 70% dell'Italia.
Nonostante le innumerevoli conquiste, le donne francesi sono ben consapevoli della distanza che separa loro- e tutte le altre donne nei paesi del mondo- dal traguardo della parità e per questo oggi scendono in piazza a manifestare per un futuro migliore."
Zoe, una mia amica che ha fatto la quarta superiore in Polonia.
"Nel 2015 ho trascorso un anno nella seconda città per importanza della Polonia, Cracovia, frequentando una scuola polacca e vivendo presso una famiglia del posto. Questo mi ha permesso di capire a fondo la realtà di un paese che agli occhi di noi italiani rimane ancora sconosciuto, eccezion fatta per poche cose come gli accadimenti della 2° Guerra Mondiale e il fervente cattolicesimo dei polacchi. Sono anche questi gli aspetti che formano in parte la figura della donna polacca, che di base rimane una donna dell'est: fiera della storia e delle tradizioni del proprio paese, conservatrice, forte anche se l'importante è che sia "femminile"- si parla comunque di una femminilità dimessa- e sopratutto credente. Difatti la cultura cattolica ha ancora molta influenza sulle aspettative che si hanno nei confronti delle donne e per questo a volte si ha l'impressione di trovarsi nell'Italia di quarant'anni fa: le ragazze si sposano e hanno già il primo figlio subito dopo il liceo o comunque non oltre i 25 anni, la questione della casa spetta interamente a loro, anche se questo non impedisce loro dal diventare delle donne in carriera- è comunque sottointeso che la gioia più grande debba derivare dall'essere moglie, madre e angelo del focolare.
Purtroppo non c'è molta attenzione riguardo a temi come il sessismo e le violenze di genere, l'argomento viene sempre visto con fatalismo- sono disgrazie che succedono in casa altrui- e c'è molta omertà. Negli ultimi anni però si sta formando una certa consapevolezza femminista, a causa di un tema molto scottante per i polacchi e la Chiesa in generale, ovvero l'interruzione volontaria di gravidanza.
La Polonia ha una delle legislazioni sull'aborto più restrittive d'Europa- è permesso solo in 3 casi, che sono rari ed estremi- e le istituzioni lo condannano apertamente, difatti mi è capitato più volte che a scuola facessero delle lezioni che erano palesemente della propaganda anti-abortista. Nel 2016 fu abbozzato un disegno di legge per limitare l'interruzione volontaria di gravidanza solo al caso in cui la vita della donna fosse in pericolo e in risposta venne organizzata nelle principali città del paese la czarny protest: "la protesta in nero", in cui ogni manifestante era invitato a vestirsi di nero per contrastare la proposta, che venne accantonata poco dopo. Nei due anni successivi ci furono ulteriori tentativi di limitare la legislazione, accolti da ulteriori "proteste in nero", che si estesero anche agli altri paesi europei in un gesto di solidarietà nei confronti delle donne polacche.
Personalmente durante l'esperienza non ho mai temuto per la mia sicurezza, potevo girare indisturbata per la città e rientrare a casa da sola anche a tarda notte- Cracovia però è anche una delle città più sicure d'Europa.
In quanto ragazza non sono mai stata trattata diversamente nel senso in cui lo si intende di solito- non ho subito delle vere e proprie discriminazioni- però l'atteggiamento nei miei confronti era leggermente diverso: ad esempio ci si aspettava che su certi argomenti- come la politica- non avessi un'opinione e che spesso venissi aiutata da mio fratello, o comunque da un uomo, per svolgere certe attività della casa anche quando era evidente che non era necessario.
La motivazione che sottostà a questi esempi è credere che esistano "cose da maschi" e "cose da femmine". Difatti la differenza di genere in Polonia è ancora molto marcata, soprattutto in ambienti come la scuola, dove esistono ancora le uniformi e si attuano una serie di comportamenti- come ad esempio aprire la porta alle ragazze e dar loro la precedenza o lasciarle entrare per prime in classe al suono della campanella- che seppur intesi come gesti di galanteria, sono di fondo una forma- seppur benevola- di sessismo."
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una foto che ritrae la protesta del 2016 |
"Con la Rivoluzione, la Francia non è stata solo la culla della democrazia contemporanea,ma anche del movimento femminista. Difatti il dibattito è iniziato a partire da un gruppo di intellettuali illuministe, tra cui Olympe De Gouges, che si chiesero se La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino appena stesa si applicasse soltanto all'uomo in quanto maschio o all'uomo in quanto essere umano- e quindi anche alle donne.
Il femminismo è quindi partr di un momento fondativo della storia francese e per questo è sempre stato presente nella cultura nazionale-sia alta, che bassa-senza contare che la maggior parte dei contributi accademici sull'argomento provengono proprio da intellettuali francesi, tra cui principalmente Simone De Beauvoir con il saggio Il Secondo Sesso- uno, se non il più importante testo peril movimento.
In Francia esiste quindi una maggiore consapevolezza riguardo al femminismo e le sue tematiche-difatti moltissime sono le associazioni e i collettivi che operano per raggiungere le pari opportunità, nella forma di sostegno alle donne in situazioni di difficoltà, ma anche e soprattutto facendo informazione, in particolare riguardo a temi come la salute sessuale. Molte di più sono anche le iniziative culturali a tema- da cicli di conferenze a letture, spettacoli e rassegne al cinema,che si svolgono anche al di fuori delle giornate di manifestazione del 25 novembre e dell'8 marzo.
Diversamente dall'anno all'estero, l'Erasmus mi ha permesso di entrare meno in contatto con la società francese, questo perché il programma in quanto tale espone chi vi partecipa all'ambiente universitario, che è una ristretta cerchia di persone e con un'istruzione sopra la media. Per di più vivendo a Parigi, mi trovo in un ambiente più simile alle realtà di altre metropoli come Londra o New York, piuttosto che al resto della Francia. Il clima di città ha un impatto notevole sulla sicurezza in generale, in quanto donne poi si corre un rischio maggiore- difatti nonostante tutte le precauzioni del caso purtroppo mi è capitato di subire molestie verbali, anche in luoghi affollati e alla luce del sole.
Nonostante ciò è evidente che la figura della donna in Francia sia più progressista rispetto ad altri paesi europei, tra cui anche l'Italia. La donna francese è una donna conscia del proprio ruolo sociale, emancipata e per questo spesso attivista pubblicamente non viene trattata diversamente dall'uomo, anche se purtroppo le discriminazioni e le violenze di genere rappresentano ancora un grande problema per il paese. Le statistiche riportano che le molestie, gli stupri e i femminicidi hanno un'incidenza superiore, anche solo rispetto all'Italia- ma è da mettere in conto che in Francia esiste meno omertà riguardo alla questione e per questo i numeri sarebbero superiori. Inoltre studi approfonditi riportano che queste violenze, così come altri fenomeni come ad esempio la prostituzione minorile e i matrimoni forzati, sono spia non quanto del sessismo,ma di un problema a monte che affligge il paese da diversi decenni: ovvero la crisi e la radicalizzazione delle banlieues, le periferie francesi note per un alto tasso di criminalità e degrado sociale.
Altri temi caldi per il paese coinvolgono il mondo del lavoro: oltre alla già citata lotta alle molestie, in questo caso sul posto di lavoro, un argomento molto sentito è la tutela delle lavoratrici madri, così come la differenza salariale di genere o gender pay gap, che in Francia si attesta intorno al 15%.
Riguardo, invece, il diritto all'aborto e alla contraccezione, la Francia si è sempre distinta per i traguardi raggiunti: La pillola del giorno dopo è gratuita al di sotto dei 21 anni e in ogni caso rimborsata al 65%, viene fornita nei consultori e dalle infermiere scolastiche e si può acquistare in farmacia senza ricetta. L'interruzione volontaria di gravidanza è interamente rimborsata dall'assicurazione sanitaria ed accessibile alle donne di tutte le età- nel caso si tratti di una ragazza minorenne a richiederla, può farlo anche senza autorizzazione dei genitori, se questi non fossero disposti al dialogo, sempre previe due visite mediche e una consultazione "psico-sociale". Il tasso di obiettori di coscienza tra i medici gira intorno al 7%- contro un 70% dell'Italia.
Nonostante le innumerevoli conquiste, le donne francesi sono ben consapevoli della distanza che separa loro- e tutte le altre donne nei paesi del mondo- dal traguardo della parità e per questo oggi scendono in piazza a manifestare per un futuro migliore."
Spero che queste testimonianze vi siano piaciute e vi abbiano fatto riflettere; quando ho letto le testimonianze sono rimasta molto sorpresa, sinceramente non pensavo che anche in Europa la situazione fosse così. Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che non importa dove vivi, se sia o meno uno stato "sviluppato", il "cat calling", le violenze contro le donne non cambiano; è triste, ma purtroppo è ancora così.
Io come sempre sono positiva e spero in un cambiamento, il movimento #nonunadimeno è sempre più forte e sicuramente qualcosa inizierà a cambiare; io non perdo la speranza.
Detto questo, spero che il post vi sia piaciuto,
ringrazio nuovamente Ina,Victoria e Zoe per aver collaborato;
al prossimo post,
baci,
Elena
Io come sempre sono positiva e spero in un cambiamento, il movimento #nonunadimeno è sempre più forte e sicuramente qualcosa inizierà a cambiare; io non perdo la speranza.
Detto questo, spero che il post vi sia piaciuto,
ringrazio nuovamente Ina,Victoria e Zoe per aver collaborato;
al prossimo post,
baci,
Elena
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mappa del 2015, della violenza sulle donne da parte dei loro partner |
omicidi volontari di donne in alcuni Paesi dell'Unione Europea |
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