Ciao a tutti, mi chiamo Elena ho 22 anni e frequento l'ultimo anno di Assistenza Sanitaria a Brescia. Decisi di aprire questo blog per tenere un diario di viaggio che potesse essere d’aiuto ad altri ragazzi come me che stanno pensando di vivere una esperienza come quella che ho fatto io, infatti io ho partecipato ad un programma annuale di 11 mesi in Argentina, in specifico a Buenos Aires, con AFS, nell'anno 2017/18.Nel blog parlo anche di argomenti di attualità a cui tengo; buona lettura!
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giovedì 31 dicembre 2020
2020 è un anno da cancellare?
sabato 12 dicembre 2020
Chi sono gli Assistenti Sanitari?
Ciao a tutti, come vi avevo scritto nel post precedente, ho deciso di iniziare una serie di post riguardanti la mia carriera universitaria e sul mondo universitario in generale. Oggi vi voglio raccontare chi è l'Assistente Sanitario e la storia di come è nata la professione. Per questo post ho utilizzato le conoscenze apprese durante le lezioni e il sito "ASNAS (associazione nazionale assistenti sanitari)".
"Con il Decreto legge 17 gennaio 1997 n°69 "regolamento concernente la individuazione della figura e relativo profilo professionale dell'Assistente Sanitario" il Ministero della Sanità identificò nell'Assistente Sanitario il professionista della prevenzione, promozione ed educazione per la salute. l'attività dell'assistente sanitario è rivolta alla persona, alla famiglia e alla collettività; individua i bisogni di salute e le priorità di intervento preventivo, educativo e di recupero. Egli opera principalmente a livello territoriale nell'ambito della medicina sociale, della tutela dell'igiene e sanità pubblica e ambientale, della ricerca epidemiologica, dell'assistenza sanitaria, della prevenzione e della educazione alla salute. Interviene inoltre in tutte quelle situazioni che richiedono una vigilanza costante dello stato di salute e la definizione di programmi di prevenzione e di educazione alla salute mirati, capillari e continui. L'assistente sanitario può svolgere la sua attività in strutture pubbliche, private in regime di dipendenza o libero professionista" (fonte: https://www.asnas.it/index.php/professione/chi-e-l-assistente-sanitario)
La professione nacque dopo la prima guerra mondiale, l'anno ufficiale è il 1919 dalla collaborazione della Croce Rossa italiana (CRI) e quella americana, quando Miss Mary Gardner (infermiera americana) venne chiamata direttrice delle infermiere nella Commissione anti-tubercolare istituita dalla CRI. Miss Gardner promosse, grazie alla propria esperienza e preparazione, l'apertura delle "Scuole di medicina, pubblica igiene e assistenza sociale per assistenti sanitarie visitatrici". I primi corsi duravano 5 mesi, poi si passò alla durata di 1 anno scolastico; le scuole avevano la finalità di "costruire un corpo di assistenti sanitari aventi per compito di ricercare e curare, fin dai primi sintomi, fra il popolo, le malattie, e di prevenirne la diffusione per mezzo di insegnamenti pratici di profilassi e di igiene" . Le assistenti sanitarie visitatrici avevano diverse mansioni quella più importante fu la distribuzione del chinino a la popolazione per diminuire e curare i casi di malaria in Italia; fu la figura chiave per eradicare questa malattia dal nostro paese.
Nel 1974 venne emanato il mansionario dell'assistente sanitario, esso si trovava all'articolo 5 titolo IV all'interno del D.P.R. 14.03.1974 "Modifiche al regio decreto 2 maggio 1940, n.1310, sulle mansioni degli infermieri professionali e infermieri generici" all'interno venivano elencate tutte le mansioni e i servizi nei quali le assistenti sanitarie visitatrici potevano lavorare.
Per ora l'Assistente Sanitario non è una carriera universitaria, ma una scuola. Solo con la legge del 26 febbraio 1999 n°42 vennero introdotti grandi cambiamenti per tutte le professioni sanitarie non mediche. l'art.1, comma 1, sostituisce la denominazione "professioni sanitarie ausiliarie" con "professioni sanitarie"; al comma 2 abroga i mansionari relativi a varie professioni, compreso il mansionario dell'assistente sanitario, sancendo che: "il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie è determinato dai rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base nonchè degli specifici codici deontologici.
Infine col D.M. del 3 novembre 1999 viene pubblicato il "Regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei" dove viene definita la nuova architettura del sistema degli ordinamenti didattici universitari. Tra le numerose novità introdotte c'è quella della nascita del "3+2", ovvero un percorso composto da una Laurea triennale di primo livello e da una successiva Laurea Specialistica biennale. Una prima suddivisione delle lauree fu: 1) professioni sanitarie di assistenza diretta con il malato; 2) professioni sanitarie di riabilitazione; 3)professioni sanitarie tecniche diagnostiche e di monitoraggio e 4)professioni il cui itinerario formativo richieda l'impegno di Facoltà diverse da quelle di Medicina (classe delle professioni socio-sanitarie: assistente socio-sanitario, assistente di comunità, educatore professionale e tecnico della prevenzione).
Solo con la legge 251 del 2000 le professioni sanitarie vengono finalmente suddivise nelle 4 aree che abbiamo al giorno d'oggi, ovvero: 1) infermieri e ostetriche; 2) professioni tecnico sanitarie ( tecnico di laboratorio e tecnico di radiologia); 3) tecnici della riabilitazione (fisioterapisti e tecnici della riabilitazione psichiatrica) e 4) tecnici della prevenzione (assistenti sanitari, educatori professionali). Con questa legge si dichiara che non sono più professioni sanitarie ausiliare, ma vere e proprie professioni autonome. Con questa legge però gli Assistenti Sanitari si trovavano all'interno dell'albo infermieristico; nel 2018, dopo molto tempo, finalmente viene creato un albo diverso, concorde con le diverse competenze professionali. Ora gli infermieri e ostetriche hanno il loro albo, mentre le altre professioni sanitarie sono state raggruppate in un unico albo il "TSRM e PSTRP" (ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione) questa suddivisione rispecchia meglio le competenze specifiche di ogni professione.
Quest'anno per la prima volta si è ufficialmente celebrata la "giornata nazionale assistenti sanitari" il 21 novembre; un altro piccolo passo raggiunto dall'ASNAS.
Con questo cenno storico volevo farvi comprendere quanto recente sia questa professione, ma quanto sia importante. I campi di lavoro in cui potrete trovare un assistente sanitario sono davvero tantissimi: dal reparto vaccinazioni a quello di medicina del lavoro, ai consultori familiari, nelle aziende private, ma anche nel reparto di malattie infettive e medicina preventiva; per farvi un esempio la figura che si occupa di fare il "contact tracing" e una parte dei tamponi sono tutti assistenti sanitari; ovviamente collaborano con altri professionisti, ma questa figura è richiesta davvero tanto perché, non essendo molto conosciuta, ci sono sempre meno studenti che la fanno.
Per diventare assistenti sanitari dovrete iscrivervi al test di ingresso delle professioni sanitarie, una volta passato, il corso è di 3 anni; il programma generale è simile in tutte le regioni in cui questo corso è presente, ma gli insegnamenti specifici quelli "professionalizzanti" della professioni cambiano in base all'ateneo; nell'università di Brescia gli insegnamenti professionalizzanti sono intitolati "Metodologia della professione di Assistente Sanitario" sono insegnati solo da assistenti sanitari e ogni anno spiegano un diverso ambito specifico di lavoro, ad esempio quest'anno nel primo semestre sto facendo "Metodologia della professione di Assistente Sanitario nell'ambito della prevenzione ed educazione alla salute" dove ci viene spiegato come fare prevenzione. Sono materie molto interessanti che sono propedeutiche al tirocinio. Dopo la triennale puoi andare a lavorare, infatti le professioni sanitarie sono considerate lauree professionalizzanti perché facendo tante ore di tirocinio nei tre anni, tu ti laurei che hai provato un pò di tutto, ovviamente i primi mesi ti affiancano a qualcun altro, ma non devono insegnarti nulla perché tu dovresti già sapere come si somministra una vaccinazione (ad esempio). Se volete, aspirare a un grado più alto della professione c'è la possibilità di fare la laurea magistrale in "Scienze delle Professioni Sanitarie della Prevenzione" è sempre a numero chiuso; con la magistrale puoi accedere a più categorie di concorsi pubblici. Se non volete fare altri due anni dopo la triennale ci sono moltissimi master, che possono durare da 6 mesi a 1 anno, ce ne sono alcuni anche in inglese; sono sempre a numero chiuso e ogni ateneo ne ha diversi a disposizione.
Il post finisce qui, volevo solo farvi conoscere meglio la professione di cui mi sono innamorata, quando la misi come terza scelta al test di ingresso, mai avrei pensato che mi sarebbe piaciuta così tanto; tornassi indietro al metterei al primo posto. Credo molto nel destino e ritengo che non è stato un caso che io sia entrata proprio in questo corso, sento davvero di aver trovato la mia strada. Spero che anche voi troviate la vostra!
Un bacione,
al prossimo post,
Elena
mercoledì 9 dicembre 2020
Il mio primo tirocinio da futura Assistente Sanitaria
A settembre ho iniziato il secondo anno di università e come ogni anno ci sono un totale ore da fare di tirocinio (quest'anno 650 ore, suddivise in tre periodi); purtroppo, a causa della pandemia, nel primo anno ho potuto fare solo una settimana in presenza, il resto delle ore le abbiamo fatte online scrivendo una "mappatura territoriale" (una ricerca molto approfondita su un comune italiano a nostra scelta; magari ve ne parlerò in un altro post). Quest'anno, invece, il rettore della mia università a deciso che indipendentemente dalla situazione i tirocini dell'area medica devono proseguire ed essere portati a termine. Ecco perché considero questo il mio primo vero tirocinio.
Dal 26 ottobre al 27 novembre sono stata nel centro vaccinale di Brescia, insieme a me c'era Elena, l'amica e compagna di università con cui sono andata a Mantova; siamo state molto felici di lavorare assieme e condividere quest'esperienza.
La prima settimana ho solo osservato, mi hanno fatto vedere tutte le procedure principali su come gestire una seduta vaccinale, la recezione, come utilizzare i programmi del computer e come erano divisi i vaccini nei diversi frigoriferi. Dalla seconda settimana ho iniziato a mettere in pratica ciò che avevo visto nella prima, ovviamente controllata da un collega o dal mio tutor. Ho iniziato andando a prendere i vaccini che sarebbero serviti per la seduta vaccinale del giorno, poi mi occupavo di controllare che l'ambulatorio fosse in ordine e che ci fossero tutti gli strumenti, in gergo si chiama "fare la check-list" sembra una cosa noiosa, ma è molto importante soprattutto il controllo degli strumenti da utilizzare in caso di emergenza. Prima di farmi vaccinare una persona, mi hanno fatto procedere per gradi, ho iniziato preparando le siringhe di adrenalina (che vanno preparate prima di ogni seduta, in totale sono 3 con diversa quantità; i ml sono in base al peso di una persona esempio su un neonato di 10 kg si usa la siringa che contiene 0,01 mg/kg. L'adrenalina è diluita in una soluzione fisiologica. Viene utilizzata in caso di emergenza, come reazioni di shock anafilattico, che sono molto rare) e ho iniziato a preparare i vaccini: montare l'ago, imparando il calibro da utilizzare in base all'età del paziente e ha ricostituire un vaccino (i vaccini a virus vivo attenuato si devono ricostituire, c'è una boccetta che contiene una specie di polvere che poi si deve miscelare con il liquido all'interno della siringa). Per allenarmi a casa i miei colleghi mi avevano dato delle siringhe e delle boccettine, da riempire d'acqua e poi aspirare con la siringa così da prendere manualità; oltre che molto utili sono anche uno splendido ricordo che mi terrò per sempre.
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Questo è il vaccino antinfluenzale che si trova in una siringa pre-riempita e deve essere iniettato intramuscolo è quindi è virus ucciso. |
Il 3 novembre è stato il mio GRANDE giorno, ho vaccinato le mie prime 5 persone, tutte donne in gravidanza che dovevano fare l'antinfluenzale. Ero molto emozionata e allo stesso tempo nervosa, ho fatto un respiro profondo, ho indossato i guanti e li ho disinfettati, ho disinfettato la pelle del paziente, ho tolto il tappo alla siringa e dopo aver tolto l'aria all'interno ho proceduto con l'iniezione; non pensavo che arrivare al muscolo fosse così semplice, la pelle è davvero morbidissima! Ho finito la procedura prendendo un batuffolo di cotone e l'ho fissato con lo scotch di carta.
Dopo quel giorno è stata tutta una discesa, i programmi avevo imparato ad utilizzarli, sapevo registrare una vaccinazione, prendere appuntamenti, cambiare il lotto di un vaccino se era stato registrato quello sbagliato, ecc. Sempre sotto l'occhio attento di un'assistente sanitario riuscivo a fare tutto, se poi non me la sentivo oppure capitava un'utente ostico prendevano loro il controllo, perché io non avrei saputo gestirli.
Di bambini non ne ho vaccinati molti (saranno massimo 10), anche perché sono quelli più difficili, non stanno fermi da soli e quindi il mio tutor preferiva non farmeli vaccinare. Di adulti e adolescenti ne ho vaccinati tantissimi, soprattutto in campagna vaccinale per l'antiinfluenzale, che in Lombardia è iniziata il 16 dicembre, da quel giorno io e Elena siamo andate in giro per Brescia, in diverse sedi a vaccinare gli anziani e le persone a rischio che avevano prenotato la vaccinazione; sono stati giorni molto pesanti, facevamo 120/240 (in base a quanti ambulatori c'erano) persone alla mattina e altrettante il pomeriggio. Non sempre abbiamo avuto un'ora di pausa pranzo, un giorno abbiamo finito alle 12:40 e alle 13:00 iniziavamo di nuovo, ma stanchezza e perdita di voce a parte, è stata un'esperienza incredibile! Adoravo quando dopo aver finito l'iniezione l'utente mi diceva "non ho sentito nulla, sei bravissima, hai le mani di fata" mi sentivo il cuore riempirsi di gioia e mi ha fatto capire quanto questa professione sia importante e quanta gratificazione dà.
Certo non tutti erano così gentili, ma in ogni ambito lavorativo (che ha relazione con il pubblico) ci sono delle persone che saranno scortesi, arrabbiate o che non vorranno ascoltare fa parte del lavoro; come dicevano le mie colleghe "ci si fa il callo, con l'esperienza impari a gestire anche queste persone".
Questi 25 giorni e un totale di 200 ore, mi hanno insegnato tanto, mi hanno fatto amare ancora di più questa professione, mi hanno permesso di conoscere persone stupende che avevano voglia di insegnarmi tutto quello che sapevano perché erano stati al mio posto anni prima. Ho visto moltissimi neonati/bambini che mi riempiono sempre di gioia, ho visto casi difficili essere risolti con scioltezza, ho preso nota di tutto perché so che mi serviranno in futuro, un futuro che è sempre più vicino; una triennale passa velocissima, basta pensare che sono già praticamente a fine del primo semestre del secondo anno.
Passa anche troppo velocemente, quindi devo assimilare il più possibile e comunque quando inizierò a lavorare dovrò continuare ad imparare per un pò, solo con l'esperienza si riesce a migliorare (come in tutto d'altro canto).
Avrei voluto che il tirocinio durasse molto di più, più che altro perché preferivo lavorare piuttosto che fare gli esami, ma sarebbe troppo facile così. Il prossimo tirocinio sarà verso il mese di marzo/aprile, chissà in che servizio andrò spero in uno diverso così da poter arricchire il mio bagaglio personale.
Vi parlerò anche delle prossime esperienze, così che anche voi possiate conoscere cosa fa un' assistente sanitario, purtroppo non è una professione conosciuta (io per prima non la conoscevo, fino a quando non ho iniziato ad interessarmi all'università in ambito di professioni sanitarie) eppure è importantissima; farò un post specifico sulla sua storia.
Il post si conclude qui so che è più breve del solito, ma ci tenevo a condividere questa mia esperienza per trasmettere anche a voi l'amore che provo per questa professione.
Un bacio,
al prossimo post,
Elena
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