Articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:
"Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, compreso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee,attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere"
Ho pensato molto se scrivere o no questo post, ma sento la necessità di mettere per iscritto ciò che penso, scrivendo pubblicamente su questo tema forse inizierà a cambiare qualcosa e spero davvero che sia così.
Negli ultimi quattro anni, nel mondo, si è ritornati ad avere una mentalità davvero bigotta, impregnata di razzismo, xenofobia e omofobia. A scuola mi hanno sempre insegnato che si studia storia perché non si ripetano gli stessi errori del passato, ma più la storia va avanti più mi sembra che sia un ciclo più che una linea dritta che va verso il progresso.
Nel XXI secolo siamo riusciti a raggiungere ( per la maggior parte degli stati) un livello di Welfare molto alto, siamo riusciti a sconfiggere molte malattie mortali ,grazie alla ricerca che ha trovato i vaccini, abbiamo legalizzato l'aborto per quelle donne che per qualsiasi motivo non si sentono pronte ad una responsabilità così grande, abbiamo legalizzato i matrimoni per le persone omossessuali e abbiamo sconfitto le differenze di razza e religione. Sembra un sogno vero? Ed infatti lo era, come ho scritto prima, negli ultimi anni le cose sono cambiate e molto rapidamente oserei dire. So bene che anche prima le cose non fossero rose e fiori, ma vedevo una sorta di clima progressista e mentalità aperta che mi faceva sperare.
Vedere, leggere e sentire nei notiziari che le persone di potere, le quali dovrebbero dare il buon esempio, sono, invece, le prime a puntare il dito contro le persone che definiscono "diverse" mi rende ogni giorno più preoccupata pensando al mondo in cui dovrò crescere i miei futuri figli. Essere "diversi" è il periodo peggiore ora in tutto il mondo, le persone che hanno una mentalità chiusa, prima venivano messe in un angolo, ora hanno ripreso la voce e mettono nella testa della gente pensieri non veri ed infondati.
In questo post voglio raccontare due storie vere che molta gente magari non conosce entrambe riguardati il tema della diversità; la prima è di come è nato il famoso "Pride" definito da molti come "carnevalata" ed inutile, mentre la seconda riguarda un caso del 1989 chiamato "Central park Jogger" svoltosi a New York dove cinque ragazzi di colore finiro in carcere per un crimine che non avevano commesso.
Come è nato il Pride?
Negli anni '60 negli Stati Uniti era molto comune che la polizia facesse delle retate nel locali che sapevano fossero frequentati da persone della comunità LGBTQ (lesbiche,gay,bissessuali,transessuali e queer) e li picchiavano o arrestavano. Una di queste notti, esattamente il 28 giugno 1969 (oggi esattamente cinquantanni fa) un gruppo di poliziotti entrò nel locale Stonewall di NewYork, ma quella volta le persone all'interno del bar non stettero in silenzio a subire, risposero alla violenza con altrettanta, la prima a lanciare la prima pietra fu Sylvia Rivera, una donna transessuale. Quello fu il primo moto che innescò una reazione a catena; i giorni a seguire per le strade di New York la comunità sfilò per le strade chiedendo uguali diritti. Dall'anno dopo in poi in onore dei moti di Stonewall anche in diverse città degli U.S.A. vennero organizzate queste marce dove si mostrare alle persone che loro sono orgogliosi di far parte della comunità e che non si nasconderanno più.
Questa storia non è molto conosciuta, io stessa l'ha conosco da poco pur essendo sempre stata una supporter della comunità LGBTQ e voglio assolutamente che loro abbiano gli stessi diritti che ho io, perché se un giorno mio figlio dovesse venire da me e mi dicesse di essere gay/bisessuale o di voler cambiare sesso io voglio che lui abbia la possibilità di avere le stesse oppurtinità di vita che ho.
Già prima di venire a conoscenza di questa storia, avevo già partecipato ad un pride e gli ho sempre considerati una manifestazione incredibile e legittima; dopo aver saputo la sua storia ho ancora più stima della comunità. Tanti conoscenti e non, mi hanno chiesto come mai io vada ai Pride anche non facendo parte della comunità, ma ritengo che non bisogna farne parte per sostenerla,anzi è mille volte più bello vedere persone al di fuori di questo gruppo che vengono comunque a marciare per chiedere uguali diritti per altre persone. Se non avete mai partecipato vi consiglio davvero di farne uno, è divertentissimo ed è incredibile come un ideale comune unisca le persone, vedrete che alla fine loro non sono così "diversi" o "malati" come vogliono farci credere.
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questa è Sylvia Rivera |
Central Park jogger case:
Il caso è davvero molto lungo, alla fine del post vi mettero dei nomi di documentari dove potrete andare a vedere nei dettagli la storia, quindi ne farò un breve riassunto, solo per far capire la gravità.
Questo caso riguarda l'aggressione e stupro di Trisha Meili, una giovane donna che stava praticando jogging, avventuto a New York a Central Park il 19 aprile 1989 (trentanni fa). L'aggressione provocò alla donna un coma di 12 giorni e perse la capacità di camminare. In seguito ai fatti vennero individuati quattro ragazzi quattordicenni, che erano solo stati visti nel parco quel giorno; il quinto ragazzino arrestato non era presente nel parco, ma venne arrestato comunque perchè aveva accompagnato alla stazione di polizia uno dei quattro. Dopo essere stati interrogati, senza un avvocato e senza i loro genitori, per sette ore di seguito i ragazzi furono indotti a confessare lo stupro. Non c'erano prove, solo la loro confessione indotta: finirono tutti e cinque a processo con l'accusa di diversi crimini tra cui stupro e tentato omicidio; vennero giudicati colpevoli e furono condannati tra i 6 e i 15 anni di carcere. I cinque ragazzi hanno tutti scontato condanne tra i 6 e i 13 anni, mentre uno di loro, che non era minorenne nel '89, ha scontato la condanna più dura ed è rimasto in carcere più di 13 anni, subendo violenze e maltrattamenti.
Nel 2002 un giovane ispanico confessò di aver stuprato lui quella ragazza e quindi i cinque ragazzi vennero rilasciati, nel 2003 intentarono una causa contro lo stato per chiedere un risarcimento, ma gli venne rifiutato, l'accusa continuava a sostenere che fossero loro i veri colpevoli. Solo nel 2014 ricevettero un risarcimento dallo stato di circa 41 milioni di dollari, ma ormai la loro vita è rovinata, hanno perso tutti gli anni della loro adolescenza e primi anni di maturità, Coi soldi del risarcimento hanno deciso di girare gli Stati Uniti e raccontare la loro storia, nelle scuole. Nel 2012 il regista Ken Burns decide di fare un documentario su di loro dove misero a nudo, con l'utilizzo anche di filmati originali, tutto ciò che era stato nascosto alla popolazione durante tutti quegli anni come ad esempio le minacce e le violenze che i poliziotti avevano inferto a questi ragazzi per fargli confessare. Non hanno mai avuto nessuna prova, la vittima era così sotto shock che non riusciva a ricordare chi fosse il suo aggressore, l'accusa si basava solo sul fatto che questi erano cinque ragazzini afroamericani ed ispanici e si trovavano sulla scena del crimine. Mentre in realtà erano solo dei ragazzini che si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Anche questa storia l'ho saputa poche settimane fa e mi ha colpito moltissimo, ho visto sia il documentario sia la breve serie Tv su Netflix e mi ha fatto piangere, pensare a tutti quegli anni che hanno perso dietro le sbarre e la cosa peggiore è che so che se fossero stati bianchi questo non sarebbe mai successo.
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Questi sono i cinque ragazzi |
Entrambe le storie sono "vecchie", ma le ho volute portare qui oggi perchè pur essendo passati molti anni vedo che le cose non sono cambiate, esiste ancora gente che crede ancora nelle differenze di razza e religione e che pensa che solo perchè è bianco e cristiano allora sia automaticamente superiore agli altri; e altri ancora che pensavo che essere omosessuale o transessuale sia una malattia da curare e sterminare.
Prima di concludere voglio farvi una lista di film e serie tv che potete vedere per conoscere meglio la comunità LGBTQ e il caso dei cinque ragazzi:
- "Central Park Five" film-documentario del 2012 presentato al festival di Cannes
- "When they see us" mini serie documentario prodotto da Netflix nel 2019
- "Pose" serie tv prodotta da Ryan Murphy dove si parla della New York anni '80 e in particolare della vita nella comunità gay e transessuale con particolare attenzione per l'epidemia di AIDS di quegli anni
- "The Danish Girl" film/documentario che parla della storia vera della prima donna a compiere il cambio di sesso
- "The death and life of Marsha p. Johnson" documentario sui primi moti per chiedere pari diritti e sulla morte sospetta di un'altra icona attivista LGBTQ dopo Sylvia che è Marsha p. Johnson.
Se guarderete una di queste proposte fatemi sapere se vi sono piaciute, fatemi sapere se conoscevate queste storie e cosa ne pensate di quello che sta accadendo nell'ultimo periodo.
E mentre tutti gridano che il diverso è sbagliato e che è da nascondere io grido a gran voce che essere diversi è la parte bella della vita ed è quella parte che dovremmo far vedere e di cui essere più orgogliosi. Spero che le nuove generazioni, la mia compresa, capiscano questo concetto e che in un futuro non molto lontano la gente costruisca ponti non muri tra le diverse nazioni.
E con questo augurio vi saluto,
al prossimo post,
Elena
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