Ciao a tutti, mi chiamo Elena ho 22 anni e frequento l'ultimo anno di Assistenza Sanitaria a Brescia. Decisi di aprire questo blog per tenere un diario di viaggio che potesse essere d’aiuto ad altri ragazzi come me che stanno pensando di vivere una esperienza come quella che ho fatto io, infatti io ho partecipato ad un programma annuale di 11 mesi in Argentina, in specifico a Buenos Aires, con AFS, nell'anno 2017/18.Nel blog parlo anche di argomenti di attualità a cui tengo; buona lettura!
Lettori
giovedì 31 dicembre 2020
2020 è un anno da cancellare?
sabato 12 dicembre 2020
Chi sono gli Assistenti Sanitari?
Ciao a tutti, come vi avevo scritto nel post precedente, ho deciso di iniziare una serie di post riguardanti la mia carriera universitaria e sul mondo universitario in generale. Oggi vi voglio raccontare chi è l'Assistente Sanitario e la storia di come è nata la professione. Per questo post ho utilizzato le conoscenze apprese durante le lezioni e il sito "ASNAS (associazione nazionale assistenti sanitari)".
"Con il Decreto legge 17 gennaio 1997 n°69 "regolamento concernente la individuazione della figura e relativo profilo professionale dell'Assistente Sanitario" il Ministero della Sanità identificò nell'Assistente Sanitario il professionista della prevenzione, promozione ed educazione per la salute. l'attività dell'assistente sanitario è rivolta alla persona, alla famiglia e alla collettività; individua i bisogni di salute e le priorità di intervento preventivo, educativo e di recupero. Egli opera principalmente a livello territoriale nell'ambito della medicina sociale, della tutela dell'igiene e sanità pubblica e ambientale, della ricerca epidemiologica, dell'assistenza sanitaria, della prevenzione e della educazione alla salute. Interviene inoltre in tutte quelle situazioni che richiedono una vigilanza costante dello stato di salute e la definizione di programmi di prevenzione e di educazione alla salute mirati, capillari e continui. L'assistente sanitario può svolgere la sua attività in strutture pubbliche, private in regime di dipendenza o libero professionista" (fonte: https://www.asnas.it/index.php/professione/chi-e-l-assistente-sanitario)
La professione nacque dopo la prima guerra mondiale, l'anno ufficiale è il 1919 dalla collaborazione della Croce Rossa italiana (CRI) e quella americana, quando Miss Mary Gardner (infermiera americana) venne chiamata direttrice delle infermiere nella Commissione anti-tubercolare istituita dalla CRI. Miss Gardner promosse, grazie alla propria esperienza e preparazione, l'apertura delle "Scuole di medicina, pubblica igiene e assistenza sociale per assistenti sanitarie visitatrici". I primi corsi duravano 5 mesi, poi si passò alla durata di 1 anno scolastico; le scuole avevano la finalità di "costruire un corpo di assistenti sanitari aventi per compito di ricercare e curare, fin dai primi sintomi, fra il popolo, le malattie, e di prevenirne la diffusione per mezzo di insegnamenti pratici di profilassi e di igiene" . Le assistenti sanitarie visitatrici avevano diverse mansioni quella più importante fu la distribuzione del chinino a la popolazione per diminuire e curare i casi di malaria in Italia; fu la figura chiave per eradicare questa malattia dal nostro paese.
Nel 1974 venne emanato il mansionario dell'assistente sanitario, esso si trovava all'articolo 5 titolo IV all'interno del D.P.R. 14.03.1974 "Modifiche al regio decreto 2 maggio 1940, n.1310, sulle mansioni degli infermieri professionali e infermieri generici" all'interno venivano elencate tutte le mansioni e i servizi nei quali le assistenti sanitarie visitatrici potevano lavorare.
Per ora l'Assistente Sanitario non è una carriera universitaria, ma una scuola. Solo con la legge del 26 febbraio 1999 n°42 vennero introdotti grandi cambiamenti per tutte le professioni sanitarie non mediche. l'art.1, comma 1, sostituisce la denominazione "professioni sanitarie ausiliarie" con "professioni sanitarie"; al comma 2 abroga i mansionari relativi a varie professioni, compreso il mansionario dell'assistente sanitario, sancendo che: "il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie è determinato dai rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base nonchè degli specifici codici deontologici.
Infine col D.M. del 3 novembre 1999 viene pubblicato il "Regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei" dove viene definita la nuova architettura del sistema degli ordinamenti didattici universitari. Tra le numerose novità introdotte c'è quella della nascita del "3+2", ovvero un percorso composto da una Laurea triennale di primo livello e da una successiva Laurea Specialistica biennale. Una prima suddivisione delle lauree fu: 1) professioni sanitarie di assistenza diretta con il malato; 2) professioni sanitarie di riabilitazione; 3)professioni sanitarie tecniche diagnostiche e di monitoraggio e 4)professioni il cui itinerario formativo richieda l'impegno di Facoltà diverse da quelle di Medicina (classe delle professioni socio-sanitarie: assistente socio-sanitario, assistente di comunità, educatore professionale e tecnico della prevenzione).
Solo con la legge 251 del 2000 le professioni sanitarie vengono finalmente suddivise nelle 4 aree che abbiamo al giorno d'oggi, ovvero: 1) infermieri e ostetriche; 2) professioni tecnico sanitarie ( tecnico di laboratorio e tecnico di radiologia); 3) tecnici della riabilitazione (fisioterapisti e tecnici della riabilitazione psichiatrica) e 4) tecnici della prevenzione (assistenti sanitari, educatori professionali). Con questa legge si dichiara che non sono più professioni sanitarie ausiliare, ma vere e proprie professioni autonome. Con questa legge però gli Assistenti Sanitari si trovavano all'interno dell'albo infermieristico; nel 2018, dopo molto tempo, finalmente viene creato un albo diverso, concorde con le diverse competenze professionali. Ora gli infermieri e ostetriche hanno il loro albo, mentre le altre professioni sanitarie sono state raggruppate in un unico albo il "TSRM e PSTRP" (ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione) questa suddivisione rispecchia meglio le competenze specifiche di ogni professione.
Quest'anno per la prima volta si è ufficialmente celebrata la "giornata nazionale assistenti sanitari" il 21 novembre; un altro piccolo passo raggiunto dall'ASNAS.
Con questo cenno storico volevo farvi comprendere quanto recente sia questa professione, ma quanto sia importante. I campi di lavoro in cui potrete trovare un assistente sanitario sono davvero tantissimi: dal reparto vaccinazioni a quello di medicina del lavoro, ai consultori familiari, nelle aziende private, ma anche nel reparto di malattie infettive e medicina preventiva; per farvi un esempio la figura che si occupa di fare il "contact tracing" e una parte dei tamponi sono tutti assistenti sanitari; ovviamente collaborano con altri professionisti, ma questa figura è richiesta davvero tanto perché, non essendo molto conosciuta, ci sono sempre meno studenti che la fanno.
Per diventare assistenti sanitari dovrete iscrivervi al test di ingresso delle professioni sanitarie, una volta passato, il corso è di 3 anni; il programma generale è simile in tutte le regioni in cui questo corso è presente, ma gli insegnamenti specifici quelli "professionalizzanti" della professioni cambiano in base all'ateneo; nell'università di Brescia gli insegnamenti professionalizzanti sono intitolati "Metodologia della professione di Assistente Sanitario" sono insegnati solo da assistenti sanitari e ogni anno spiegano un diverso ambito specifico di lavoro, ad esempio quest'anno nel primo semestre sto facendo "Metodologia della professione di Assistente Sanitario nell'ambito della prevenzione ed educazione alla salute" dove ci viene spiegato come fare prevenzione. Sono materie molto interessanti che sono propedeutiche al tirocinio. Dopo la triennale puoi andare a lavorare, infatti le professioni sanitarie sono considerate lauree professionalizzanti perché facendo tante ore di tirocinio nei tre anni, tu ti laurei che hai provato un pò di tutto, ovviamente i primi mesi ti affiancano a qualcun altro, ma non devono insegnarti nulla perché tu dovresti già sapere come si somministra una vaccinazione (ad esempio). Se volete, aspirare a un grado più alto della professione c'è la possibilità di fare la laurea magistrale in "Scienze delle Professioni Sanitarie della Prevenzione" è sempre a numero chiuso; con la magistrale puoi accedere a più categorie di concorsi pubblici. Se non volete fare altri due anni dopo la triennale ci sono moltissimi master, che possono durare da 6 mesi a 1 anno, ce ne sono alcuni anche in inglese; sono sempre a numero chiuso e ogni ateneo ne ha diversi a disposizione.
Il post finisce qui, volevo solo farvi conoscere meglio la professione di cui mi sono innamorata, quando la misi come terza scelta al test di ingresso, mai avrei pensato che mi sarebbe piaciuta così tanto; tornassi indietro al metterei al primo posto. Credo molto nel destino e ritengo che non è stato un caso che io sia entrata proprio in questo corso, sento davvero di aver trovato la mia strada. Spero che anche voi troviate la vostra!
Un bacione,
al prossimo post,
Elena
mercoledì 9 dicembre 2020
Il mio primo tirocinio da futura Assistente Sanitaria
A settembre ho iniziato il secondo anno di università e come ogni anno ci sono un totale ore da fare di tirocinio (quest'anno 650 ore, suddivise in tre periodi); purtroppo, a causa della pandemia, nel primo anno ho potuto fare solo una settimana in presenza, il resto delle ore le abbiamo fatte online scrivendo una "mappatura territoriale" (una ricerca molto approfondita su un comune italiano a nostra scelta; magari ve ne parlerò in un altro post). Quest'anno, invece, il rettore della mia università a deciso che indipendentemente dalla situazione i tirocini dell'area medica devono proseguire ed essere portati a termine. Ecco perché considero questo il mio primo vero tirocinio.
Dal 26 ottobre al 27 novembre sono stata nel centro vaccinale di Brescia, insieme a me c'era Elena, l'amica e compagna di università con cui sono andata a Mantova; siamo state molto felici di lavorare assieme e condividere quest'esperienza.
La prima settimana ho solo osservato, mi hanno fatto vedere tutte le procedure principali su come gestire una seduta vaccinale, la recezione, come utilizzare i programmi del computer e come erano divisi i vaccini nei diversi frigoriferi. Dalla seconda settimana ho iniziato a mettere in pratica ciò che avevo visto nella prima, ovviamente controllata da un collega o dal mio tutor. Ho iniziato andando a prendere i vaccini che sarebbero serviti per la seduta vaccinale del giorno, poi mi occupavo di controllare che l'ambulatorio fosse in ordine e che ci fossero tutti gli strumenti, in gergo si chiama "fare la check-list" sembra una cosa noiosa, ma è molto importante soprattutto il controllo degli strumenti da utilizzare in caso di emergenza. Prima di farmi vaccinare una persona, mi hanno fatto procedere per gradi, ho iniziato preparando le siringhe di adrenalina (che vanno preparate prima di ogni seduta, in totale sono 3 con diversa quantità; i ml sono in base al peso di una persona esempio su un neonato di 10 kg si usa la siringa che contiene 0,01 mg/kg. L'adrenalina è diluita in una soluzione fisiologica. Viene utilizzata in caso di emergenza, come reazioni di shock anafilattico, che sono molto rare) e ho iniziato a preparare i vaccini: montare l'ago, imparando il calibro da utilizzare in base all'età del paziente e ha ricostituire un vaccino (i vaccini a virus vivo attenuato si devono ricostituire, c'è una boccetta che contiene una specie di polvere che poi si deve miscelare con il liquido all'interno della siringa). Per allenarmi a casa i miei colleghi mi avevano dato delle siringhe e delle boccettine, da riempire d'acqua e poi aspirare con la siringa così da prendere manualità; oltre che molto utili sono anche uno splendido ricordo che mi terrò per sempre.
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Questo è il vaccino antinfluenzale che si trova in una siringa pre-riempita e deve essere iniettato intramuscolo è quindi è virus ucciso. |
Il 3 novembre è stato il mio GRANDE giorno, ho vaccinato le mie prime 5 persone, tutte donne in gravidanza che dovevano fare l'antinfluenzale. Ero molto emozionata e allo stesso tempo nervosa, ho fatto un respiro profondo, ho indossato i guanti e li ho disinfettati, ho disinfettato la pelle del paziente, ho tolto il tappo alla siringa e dopo aver tolto l'aria all'interno ho proceduto con l'iniezione; non pensavo che arrivare al muscolo fosse così semplice, la pelle è davvero morbidissima! Ho finito la procedura prendendo un batuffolo di cotone e l'ho fissato con lo scotch di carta.
Dopo quel giorno è stata tutta una discesa, i programmi avevo imparato ad utilizzarli, sapevo registrare una vaccinazione, prendere appuntamenti, cambiare il lotto di un vaccino se era stato registrato quello sbagliato, ecc. Sempre sotto l'occhio attento di un'assistente sanitario riuscivo a fare tutto, se poi non me la sentivo oppure capitava un'utente ostico prendevano loro il controllo, perché io non avrei saputo gestirli.
Di bambini non ne ho vaccinati molti (saranno massimo 10), anche perché sono quelli più difficili, non stanno fermi da soli e quindi il mio tutor preferiva non farmeli vaccinare. Di adulti e adolescenti ne ho vaccinati tantissimi, soprattutto in campagna vaccinale per l'antiinfluenzale, che in Lombardia è iniziata il 16 dicembre, da quel giorno io e Elena siamo andate in giro per Brescia, in diverse sedi a vaccinare gli anziani e le persone a rischio che avevano prenotato la vaccinazione; sono stati giorni molto pesanti, facevamo 120/240 (in base a quanti ambulatori c'erano) persone alla mattina e altrettante il pomeriggio. Non sempre abbiamo avuto un'ora di pausa pranzo, un giorno abbiamo finito alle 12:40 e alle 13:00 iniziavamo di nuovo, ma stanchezza e perdita di voce a parte, è stata un'esperienza incredibile! Adoravo quando dopo aver finito l'iniezione l'utente mi diceva "non ho sentito nulla, sei bravissima, hai le mani di fata" mi sentivo il cuore riempirsi di gioia e mi ha fatto capire quanto questa professione sia importante e quanta gratificazione dà.
Certo non tutti erano così gentili, ma in ogni ambito lavorativo (che ha relazione con il pubblico) ci sono delle persone che saranno scortesi, arrabbiate o che non vorranno ascoltare fa parte del lavoro; come dicevano le mie colleghe "ci si fa il callo, con l'esperienza impari a gestire anche queste persone".
Questi 25 giorni e un totale di 200 ore, mi hanno insegnato tanto, mi hanno fatto amare ancora di più questa professione, mi hanno permesso di conoscere persone stupende che avevano voglia di insegnarmi tutto quello che sapevano perché erano stati al mio posto anni prima. Ho visto moltissimi neonati/bambini che mi riempiono sempre di gioia, ho visto casi difficili essere risolti con scioltezza, ho preso nota di tutto perché so che mi serviranno in futuro, un futuro che è sempre più vicino; una triennale passa velocissima, basta pensare che sono già praticamente a fine del primo semestre del secondo anno.
Passa anche troppo velocemente, quindi devo assimilare il più possibile e comunque quando inizierò a lavorare dovrò continuare ad imparare per un pò, solo con l'esperienza si riesce a migliorare (come in tutto d'altro canto).
Avrei voluto che il tirocinio durasse molto di più, più che altro perché preferivo lavorare piuttosto che fare gli esami, ma sarebbe troppo facile così. Il prossimo tirocinio sarà verso il mese di marzo/aprile, chissà in che servizio andrò spero in uno diverso così da poter arricchire il mio bagaglio personale.
Vi parlerò anche delle prossime esperienze, così che anche voi possiate conoscere cosa fa un' assistente sanitario, purtroppo non è una professione conosciuta (io per prima non la conoscevo, fino a quando non ho iniziato ad interessarmi all'università in ambito di professioni sanitarie) eppure è importantissima; farò un post specifico sulla sua storia.
Il post si conclude qui so che è più breve del solito, ma ci tenevo a condividere questa mia esperienza per trasmettere anche a voi l'amore che provo per questa professione.
Un bacio,
al prossimo post,
Elena
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mercoledì 7 ottobre 2020
Mantova
Ciao a tutti! Eccomi qui con un nuovo post, un altro viaggio; sono stata tre giorni a Mantova (piccola cittadina nel sud della Lombardia) con una mia amica e compagna di università. Questa è stata la mia prima vacanza senza la mia famiglia, quindi è stata molto speciale.
Skyline di Mantova, scattata dal battello |
Abbiamo scelto Mantova come destinazione senza un reale motivo, cercavamo qualche città vicino a Brescia che si potesse visitare in pochi giorni e che nessuna delle due avesse mai visto. Siamo state dal 21 settembre al 23, entrambe avevamo finito gli esami la settimana precedente, abbiamo quindi deciso di fare una pausa relax prima di iniziare le lezioni il 28 settembre.
Siamo andate in un monolocale in centro, affittato su Airbnb, avendo un appartamento avevamo la nostra libertà e abbiamo potuto cucinare così da risparmiare almeno su quell'aspetto.
Il primo giorno, visto che c'era il sole, abbiamo appoggiato le valigie, ci siamo cambiate e poi siamo andate verso il centro; abbiamo passeggiato per il percorso pedonale intorno al lago, il parco del Mincio, c'era un paesaggio stupendo con tantissimi cigni e altri volatili. in quel momento ho prenotato il giro con il battello sul Mincio per il primo pomeriggio. Abbiamo pranzato davanti al Palazzo Ducale e poi abbiamo fatto una passeggiata per il resto del centro storico, siamo passate per il Palazzo della Regione,Torre del tempo (purtroppo chiuse a causa di restauro), la Basilica di St. Andrea e la Rotonda.
Alle 14 siamo andate al battello ed è iniziato il nostro tour panoramico, è durato un'ora e mezza, mentre navigavamo il capitano ci illustrava la fauna e la flora che vedevamo e ci ha raccontato un pò di storia della città. E' stato davvero rilassante e suggestivo, peccato non aver visto i fiori di loto che purtroppo fioriscono tra luglio e agosto quindi abbiamo visto solo c'ho che ne rimaneva, ovvero le foglie. Il costo del giro è di 12 euro a persona sopra i 18 anni e di 10 euro fino ai 18 anni, vi giuro che sono soldi ben spesi è davvero un'esperienza da fare se venite a Mantova; vi consiglio di chiamare e prenotare perché non sempre ci sono i tour e ogni giorno partono da un pontile diverso.
Dopo il tour siamo andate a fare merenda, sempre in centro di fianco a piazza mercato; successivamente siamo andate a fare la spesa per la colazione,la cena e il pranzo del giorno dopo; siamo arrivate a casa, ci siamo rilassate, abbiamo cenato e quando ha smesso di piovere siamo andate a bere qualcosa al "Bar Hemingway" un locale vicino all'appartamento dove abbiamo bevuto dei buonissimi cocktails e ci hanno anche dato degli stuzzichini che abbiamo molto apprezzato.
Il secondo giorno, visto che avevano messo pioggia, lo abbiamo dedicato ai musei e luoghi storici; Per primo abbiamo visitato il Palazzo del Te, il giorno prima avevamo chiamato per prenotare (ora con il covid-19 è obbligatorio, soprattutto durante il weekend) il costo del palazzo è di 5.50 euro per gli studenti universitari mentre il prezzo intero è di 13 euro. Ogni sala è stupenda e unica, si vede che è stata restaurata da poco, la sala che più mi ha colpito è la "stanza dei giganti" gli affreschi sono travolgenti ti senti proprio immersa nel dipinto, alle pareti, se ci si avvicina, si notano dei nomi incisi nella parete, si tratta dei nomi dei soldati italiani e tedeschi del '900 quando il palazzo era stato trasformato in una caserma militare. All'esterno, nel giardino, si trova poi la "camera segreta" un luogo che i Gonzaga hanno voluto per avere un pò di privacy, dentro si trova una piccola grotta, dove, una volta si trovavano dei fantastici giochi d'acqua. Per visitare tutto il palazzo ci si mette circa un'ora e mezza.
Abbiamo poi visitato la biblioteca Teresiana, biblioteca storica dove si trovano più di 2000 volumi storici del periodo tra il 1600 fino al 1900, un tempo era la biblioteca pubblica, ora la parte storica è visitabile con la guida, la visita è gratuita. Di fronte alla biblioteca si trova il Teatro Bibiena, non è sempre aperto, ma noi siamo state fortunate, il costo è di 1,50 euro per gli universitari e di 3 euro il normale; vi consiglio di visitarlo se è aperto perché è un piccolo gioiellino, si può salire sui palchetti dove si riesce ad avere una bellissima visuale dall'alto.
Nel pomeriggio abbiamo poi visitato il Palazzo Ducale, il biglietto d'ingresso è di 2 euro tra i 18 e i 25 anni, sotto i 18 è gratuito e sopra i 25 il prezzo è di 5. Il tempo di visita è dall'ora e mezza alle due ore.
Il palazzo è immenso, abbiamo visitato circa 40 sale (calcolate che il percorso è anche stato ridotto a causa delle nuove norme SARS-Cov-2) noi non abbiamo preso l'audio guida, ma abbiamo letto le descrizioni all'inizio delle sale. La sala più bella è quella degli specchi: un grande e lungo corridoio dove alle pareti ci sono solo specchi e nel soffitto ci sono dei bellissimi affreschi; un dipendente del palazzo ci ha fatto notare molte curiosità, tra cui il fatto che mettendosi ai due capi del corridoio e parlando a bassa voce, la persona al lato opposto (a circa 1 km di distanza) sente perfettamente come se foste a pochi centimetri di distanza. Altra curiosità sono le moltissime illusioni ottiche racchiuse negli affreschi, se non ce lo avesse fatto notare non me ne sarei accorta! Il dipendente è stato molto gentile ad offrirci questa esperienza.
Vi consiglio assolutamente la visita al palazzo, ogni stanza è perfettamente decorata in modo unico, e per il prezzo ne vale assolutamente la pena.
Compreso nel biglietto del palazzo avevamo anche la visita al museo archeologico, quindi dopo il palazzo siamo andati lì, è un museo piccolino, le cose più interessanti da vedere sono gli scheletri risalenti al neolitico, tra questi c'è una coppia di scheletri che si abbracciano, uomo e donna che sono morti assieme e li hanno seppelliti abbracciati, mi ha affascinato moltissimo pensare che li avessero seppelliti insieme così che potessero vivere anche dopo la morte insieme, abbracciati.
Per il secondo giorno avevamo finito, siamo tornate in appartamento e la sera siamo andate a cenare in un ristorante vicino a Palazzo Ducale, abbiamo ordinato i tortelli di zucca e i tortelli amari, due piatti tipici di Mantova che volevamo assolutamente provare. Dopo cena abbiamo fatto una passeggiata sul lago e poi siamo andate a dormire.
Mercoledì, l'ultimo giorno, abbiamo fatto colazione fuori, abbiamo fatto un'altra passeggiata per il centro per prendere gli ultimi souvenir e poi ci siamo dirette alla stazione per prendere il treno, la nostra mini vacanza post-sessione era terminata.
Come sempre viaggiare è sempre emozionante, farlo con una mia amica ancora di più, mi sono divertita moltissimo, ho visitato una città che ho scelto assolutamente a caso e non pensavo mi sarebbe piaciuta così tanto! Sicuramente ci tornerò, devo ancora assaggiare alcuni dolci tipici che ci siamo dimenticate di mangiare.
Sono molto contenta, che nonostante la situazione corrente, io abbia avuto l'opportunità di viaggiare comunque e visitare città italiane, che normalmente magari non avrei visitato; c'è sempre un lato positivo in ogni situazione.
Come sempre prima di lasciarvi vi lascio una carrellata di foto che ho scattato.
La caduta dei giganti, soffitto |
I resti delle ninfee |
Esterno del Palazzo Ducale |
Facciata Interna del Palazzo del Te |
Giardino interno del Palazzo Ducale |
Scorcio della città da dove si vede la Basilica di S. Andrea |
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I due amanti, abbracciati |
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Sala degli specchi, Palazzo Ducale |
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Interno del Teatro Bibiena |
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Primo pranzo a Mantova, nella piazza dove si trova il Palazzo Ducale |
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In alto i tortelli amari con besciamella e noci, in basso i tortelli di zucca e amaretti con burro fuso |
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"un Mojito per me e un Pimm's per la mia amica" |
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Uno dei tanti magnifici corridoi di collegamento nel Palazzo Ducale |
Siamo giunti alla fine anche di questo post, spero che stiate tutti bene,
al prossimo post,
Elena Bozzolla
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venerdì 14 agosto 2020
Roma, un'estate italiana
Ciao a tutti! Eccomi con un nuovo post, oggi ho deciso di raccontarvi l'unica vacanza che sono riuscita a concedermi per quest'estate. Come tutti sappiamo questo 2020 è un anno molto particolare, non sapevo se sarei riuscita ad andare in vacanza tra esami e periodo di tirocinio ero e sono abbastanza presa; avevo bisogno di staccare perché stavo studiando tutti i giorni dalla mattina alla sera quindi quando sono riuscita ad organizzare con mio fratello un viaggio a Roma di 4 giorni sono stata felicissima!
Siamo partiti il 16 luglio io a Brescia e mio fratello a Mestre, abbiamo viaggiato su due treni diversi, ma ci siamo incontrati in stazione per andare insieme al B&B, quello che abbiamo prenotato si trovava proprio a 100 m dalla fontana di Trevi. Il primo giorno non abbiamo fatto molto perché siamo arrivati pomeriggio tardi quindi dopo aver fatto il check-in ci siamo rilassati un attimo e abbiamo cercato dove andare a cenare; abbiamo scelto un ristorante vicino alla fontana chiamato "Hostaria Romana" come antipasto ci hanno portato dei piccoli arancini e poi io ho preso una classica Carbonara, è la mia pasta preferita e non vedevo l'ora di mangiarla nella città da cui proviene ed infatti non sono rimasta delusa, anzi era deliziosa. Dopo cena abbiamo passeggiato fino al Colosseo poi siamo andati a dormire, il giorno dopo ci aspettava una giornata intensiva.
Il giorno dopo ci siamo svegliati presto, siamo andati a Piazza di Spagna (che vista l'ora era vuota e siamo riusciti a vederla proprio bene) dove abbiamo preso la metro per andare al Vaticano, abbiamo visto la Basilica di San Pietro e poi alla Cupola (non soffro di claustrofobia però mentre salivo ci sono stati dei punti, soprattutto verso la fine, dove ho sentito che mi mancava il fiato perché le pareti erano troppo strette) la fatica nel salire ne è valsa la pena, la vista è da mozzare il fiato, se venite a Roma vi consiglio assolutamente di salirci e fatela tutta a piedi, non solo perché il biglietto costa meno, ma perché riuscite a fare un'esperienza completa. Finito il giro siamo andati verso il Colosseo, a piedi, avevamo la visita prenotata alle 15; con calma a piedi siamo arrivati, ci siamo fermati al Foro a pranzare (avevamo comprato, la mattina, dei panini al supermercato). All'ora prestabilita ci siamo diretti al Colosseo, anche quello mi è piaciuto moltissimo, col fatto che la gente è contata non ci sono zone dove c'è troppa gente e si riesce a guardare tutto con calma, forse l'unica cosa positiva di viaggiare per le città d'arte durante l'estate 2020. Incluso nel biglietto c'era anche la visita al Foro Romano e Palatino, non abbiamo fatto tutto il percorso perché era davvero lungo ed eravamo abbastanza stanchi però abbiamo visto le cose principali, la prossima volta che tornerò farò sicuramente il giro completo per vedere anche le parti che non sono riuscita a visitare questa volta.
Finito la visita siamo tornati verso il B&B, ci siamo rilassati e abbiamo cercato un altro ristorante per la cena. Siamo andati alla "Locanda" un ristorante sempre vicino alla fontana di Trevi, era un ristorante all'interno di una vecchia locanda romana, infatti alle pareti c'erano ancora i dipinti originali; forse un pò buio, ma il cibo era buonissimo io ho preso una Cacio e Pepe, altra pasta originaria di Roma che amo e dovevo provare assolutamente, anche qui non sono rimasta delusa. Dopo cena abbiamo fatto una passeggiata e poi siamo andati a dormire.
Il giorno dopo avevamo tutta la giornata libera perché la visita guidata ai musei Vaticani l'avevamo prenotata per le 18:30.
La mattina ci siamo sempre alzati presto e dopo colazione ci siamo diretti verso Piazza del Popolo, arrivando sempre presto l'abbiamo trovata vuota e di nuovo questa cosa mi è piaciuta moltissimo! Da lì poi siamo andati alla Terrazza del Pincio dove abbiamo potuto godere della vista panoramica. Poi siamo andati a vedere il Pantheon, luogo turistico da non perdere assolutamente se si viene a Roma; finita la visita con calma siamo andati verso "Campo de'fiori" una piazza dove ogni giorno dalla mattina fino alle 14:30 c'è il mercato c'erano diverse bancarelle che vendevano frutta,verdura, fiori e vestiti; onestamente non mi ha entusiasmato più di tanto, non so se fosse diversa da come è di solito, c'erano poche bancarelle e nulla di straordinario.
Prima di pranzare siamo andati a visitare l'isola Tiberina, ci si arriva comodamente a piedi e consiglio di visitarla assolutamente, è un'isola fluviale nonché l'unica isola urbana del Tevere, nel centro di Roma. E' collegata alle due rive del Tevere dal Ponte Cestio e dal Ponte Fabricio. è proprio piccolina, ma mi ha incantato, siamo scesi giù dal ponte ad ammirare il fiume che era di un verde brillante, ho proprio provato una pace incredibile. Io e mio fratello siamo rimasti seduti sulla riva per qualche minuto per rilassarci e ascoltare il vento.
Siamo andati a pranzare velocemente in un baretto nell'isola Tiberina e poi, da classici turisti, siamo andati a mettere la mano all'interno della "Bocca della verità" e a visitare la chiesa di Santa Maria in Cosmedin. Terminata la visita ci siamo diretti verso il B&B per prepararci e riposarci prima della visita ai musei Vaticani.
Prima dell'inizio della visita siamo andati a visitare Castel Sant'Angelo, abbiamo fatto tutto il giro delle mura e una visita rapida all'interno, non avevamo molto tempo perché il ritrovo per il tour era alle 18; anche se veloce siamo riusciti a vedere una delle ultime cose che ci mancavano della lista.
Alle 18:30 è iniziato il nostro tour notturno dei musei Vaticani, abbiamo fatto il tour guidato abbiamo visto tutte le sale, ma la nostra guida non le ha spiegate tutte soffermandosi solo sui dettagli importanti; fare il tour di notte ci ha permesso di avere la maggior parte delle sale praticamente vuote e quindi si potevano vedere i dettagli e gli affreschi senza dover farsi strada tra le mille persone. Ovviamente la parte che aspettavo con ansia (e che tutti aspettano) è l'ultima, ovvero la Cappella Sistina, purtroppo non si possono fare foto all'interno, ma ciò che ho visto rimarrà impresso nella mia memoria, dire che ero senza parole è poco non so descrivere la bellezza di quella sala, non sembra reale.
L'unico lato negativo del tour notturno è che finisce alle 21 quando il museo chiude, quindi i giardini non sono visitabili, tornerò sicuramente un'altra volta per farli perché sono sicura che meritano tanto quanto il museo.
Siamo andati a cenare in uno dei pochi ristoranti ancora aperti alle 22 ( mi dispiace, ma non mi ricordo proprio il nome) , io ho preso una Amatriciana il terzo tipo di pasta Laziale che mi mancava da provare e come sempre il cibo non mi delude mai. Dopo aver provato tutti e tre i tipi di pasta tipici e devo ammettere che la Carbonara non la batte nessuno era ed è ancora il mio piatto preferito, quella romana ovviamente è di un gradino superiore a quella a cui ero abituata qui a Belluno.
La mattina del ritorno a casa ci siamo svegliati alle 4 perché volevamo andare a vedere l'alba davanti al Colosseo, ero stanchissima, ma ne è valsa la pena vedere il cielo cambiare colore pian piano fino ad arrivare alla classica luce accecante delle 7 di mattina. Poi siamo tornati al B&B abbiamo dormito un pò e dopo colazione ci siamo diretti in stazione per prendere il treno verso casa.
Anche se è stata una vacanza breve sono riuscita a vedere moltissimi luoghi stupendi, tutti mi avevano detto che Roma era bellissima, non immaginavo che "bellissima" fosse riduttivo; Roma mi ha dato delle emozioni indescrivibili, era da tanto che non facevo un viaggio per città italiane, di solito vado sempre all'estero e quindi la situazione covid-19 mi ha obbligato a rimanere in Italia e non me ne sono pentita, anzi erano anni che dicevo che volevo visitare Roma, ma mi dicevo sempre che vivendo in Italia avrei potuto visitarla quando volevo. Tra tutte le città che ho visitato, Roma è entrata nella mia top 3 dopo Salisburgo e Buenos Aires.
Ho deciso che per un pò di tempo cercherò di andare a visitare molte più città italiane, soprattutto quelle delle regioni del sud e centro, anche se appena sarà possibile tornerò a prendere gli aerei per scoprire le meravigliose città europee. E' proprio vero quello che dicono "viaggiare è come una droga, ne vuoi sempre di più" e finché potrò cercherò di viaggiare e scoprire più luoghi possibili.
Prima di concludere il post vi lascio alcune delle foto che ho scattato
Piazza di Spagna |
Il Vaticano e Basilica di San Pietro |
La vista dei giardini del Vaticano, dalla cupola di San Pietro |
Vista dell'interno del Colosseo |
Fontana di Trevi |
Piazza del Popolo |
Isola Tiberina |
Tevere sotto uno dei ponti che collega l'isola Tiberina alla terra ferma |
Classica foto da turista a Roma, con la mano nella Bocca della Verità |
Castel Sant'Angelo |
Il Laocoonte originale all'interno dei Musei Vaticani, in assoluto la mia scultura preferita |
Colosseo ore 5:10 di mattina, 19 luglio 2020 |
domenica 8 marzo 2020
Come è la vita della donna in Europa?
Ciao a tutti e buona festa della donna a tutte le magnifiche e forti donne che ci sono nel mondo; ho deciso proprio questo giorno per pubblicare questo post perchè, quale miglior occasione di parlare di come vengono trattate le donne se non la giornata mondiale della dona?
Quasi due anni fa feci un post dove parlai di come è la vita di una donna in America Latina, prendendo ad esempio alcuni stati. Ho pensato di riproporlo, però prendendo l'Europa; ho chiesto a diverse mie amiche e ad alcuni ragazzi che hanno fatto l'anno all'estero in uno dei paesi Europei.
Zoe, una mia amica che ha fatto la quarta superiore in Polonia.
"Nel 2015 ho trascorso un anno nella seconda città per importanza della Polonia, Cracovia, frequentando una scuola polacca e vivendo presso una famiglia del posto. Questo mi ha permesso di capire a fondo la realtà di un paese che agli occhi di noi italiani rimane ancora sconosciuto, eccezion fatta per poche cose come gli accadimenti della 2° Guerra Mondiale e il fervente cattolicesimo dei polacchi. Sono anche questi gli aspetti che formano in parte la figura della donna polacca, che di base rimane una donna dell'est: fiera della storia e delle tradizioni del proprio paese, conservatrice, forte anche se l'importante è che sia "femminile"- si parla comunque di una femminilità dimessa- e sopratutto credente. Difatti la cultura cattolica ha ancora molta influenza sulle aspettative che si hanno nei confronti delle donne e per questo a volte si ha l'impressione di trovarsi nell'Italia di quarant'anni fa: le ragazze si sposano e hanno già il primo figlio subito dopo il liceo o comunque non oltre i 25 anni, la questione della casa spetta interamente a loro, anche se questo non impedisce loro dal diventare delle donne in carriera- è comunque sottointeso che la gioia più grande debba derivare dall'essere moglie, madre e angelo del focolare.
Purtroppo non c'è molta attenzione riguardo a temi come il sessismo e le violenze di genere, l'argomento viene sempre visto con fatalismo- sono disgrazie che succedono in casa altrui- e c'è molta omertà. Negli ultimi anni però si sta formando una certa consapevolezza femminista, a causa di un tema molto scottante per i polacchi e la Chiesa in generale, ovvero l'interruzione volontaria di gravidanza.
La Polonia ha una delle legislazioni sull'aborto più restrittive d'Europa- è permesso solo in 3 casi, che sono rari ed estremi- e le istituzioni lo condannano apertamente, difatti mi è capitato più volte che a scuola facessero delle lezioni che erano palesemente della propaganda anti-abortista. Nel 2016 fu abbozzato un disegno di legge per limitare l'interruzione volontaria di gravidanza solo al caso in cui la vita della donna fosse in pericolo e in risposta venne organizzata nelle principali città del paese la czarny protest: "la protesta in nero", in cui ogni manifestante era invitato a vestirsi di nero per contrastare la proposta, che venne accantonata poco dopo. Nei due anni successivi ci furono ulteriori tentativi di limitare la legislazione, accolti da ulteriori "proteste in nero", che si estesero anche agli altri paesi europei in un gesto di solidarietà nei confronti delle donne polacche.
Personalmente durante l'esperienza non ho mai temuto per la mia sicurezza, potevo girare indisturbata per la città e rientrare a casa da sola anche a tarda notte- Cracovia però è anche una delle città più sicure d'Europa.
In quanto ragazza non sono mai stata trattata diversamente nel senso in cui lo si intende di solito- non ho subito delle vere e proprie discriminazioni- però l'atteggiamento nei miei confronti era leggermente diverso: ad esempio ci si aspettava che su certi argomenti- come la politica- non avessi un'opinione e che spesso venissi aiutata da mio fratello, o comunque da un uomo, per svolgere certe attività della casa anche quando era evidente che non era necessario.
La motivazione che sottostà a questi esempi è credere che esistano "cose da maschi" e "cose da femmine". Difatti la differenza di genere in Polonia è ancora molto marcata, soprattutto in ambienti come la scuola, dove esistono ancora le uniformi e si attuano una serie di comportamenti- come ad esempio aprire la porta alle ragazze e dar loro la precedenza o lasciarle entrare per prime in classe al suono della campanella- che seppur intesi come gesti di galanteria, sono di fondo una forma- seppur benevola- di sessismo."
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una foto che ritrae la protesta del 2016 |
"Con la Rivoluzione, la Francia non è stata solo la culla della democrazia contemporanea,ma anche del movimento femminista. Difatti il dibattito è iniziato a partire da un gruppo di intellettuali illuministe, tra cui Olympe De Gouges, che si chiesero se La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino appena stesa si applicasse soltanto all'uomo in quanto maschio o all'uomo in quanto essere umano- e quindi anche alle donne.
Il femminismo è quindi partr di un momento fondativo della storia francese e per questo è sempre stato presente nella cultura nazionale-sia alta, che bassa-senza contare che la maggior parte dei contributi accademici sull'argomento provengono proprio da intellettuali francesi, tra cui principalmente Simone De Beauvoir con il saggio Il Secondo Sesso- uno, se non il più importante testo peril movimento.
In Francia esiste quindi una maggiore consapevolezza riguardo al femminismo e le sue tematiche-difatti moltissime sono le associazioni e i collettivi che operano per raggiungere le pari opportunità, nella forma di sostegno alle donne in situazioni di difficoltà, ma anche e soprattutto facendo informazione, in particolare riguardo a temi come la salute sessuale. Molte di più sono anche le iniziative culturali a tema- da cicli di conferenze a letture, spettacoli e rassegne al cinema,che si svolgono anche al di fuori delle giornate di manifestazione del 25 novembre e dell'8 marzo.
Diversamente dall'anno all'estero, l'Erasmus mi ha permesso di entrare meno in contatto con la società francese, questo perché il programma in quanto tale espone chi vi partecipa all'ambiente universitario, che è una ristretta cerchia di persone e con un'istruzione sopra la media. Per di più vivendo a Parigi, mi trovo in un ambiente più simile alle realtà di altre metropoli come Londra o New York, piuttosto che al resto della Francia. Il clima di città ha un impatto notevole sulla sicurezza in generale, in quanto donne poi si corre un rischio maggiore- difatti nonostante tutte le precauzioni del caso purtroppo mi è capitato di subire molestie verbali, anche in luoghi affollati e alla luce del sole.
Nonostante ciò è evidente che la figura della donna in Francia sia più progressista rispetto ad altri paesi europei, tra cui anche l'Italia. La donna francese è una donna conscia del proprio ruolo sociale, emancipata e per questo spesso attivista pubblicamente non viene trattata diversamente dall'uomo, anche se purtroppo le discriminazioni e le violenze di genere rappresentano ancora un grande problema per il paese. Le statistiche riportano che le molestie, gli stupri e i femminicidi hanno un'incidenza superiore, anche solo rispetto all'Italia- ma è da mettere in conto che in Francia esiste meno omertà riguardo alla questione e per questo i numeri sarebbero superiori. Inoltre studi approfonditi riportano che queste violenze, così come altri fenomeni come ad esempio la prostituzione minorile e i matrimoni forzati, sono spia non quanto del sessismo,ma di un problema a monte che affligge il paese da diversi decenni: ovvero la crisi e la radicalizzazione delle banlieues, le periferie francesi note per un alto tasso di criminalità e degrado sociale.
Altri temi caldi per il paese coinvolgono il mondo del lavoro: oltre alla già citata lotta alle molestie, in questo caso sul posto di lavoro, un argomento molto sentito è la tutela delle lavoratrici madri, così come la differenza salariale di genere o gender pay gap, che in Francia si attesta intorno al 15%.
Riguardo, invece, il diritto all'aborto e alla contraccezione, la Francia si è sempre distinta per i traguardi raggiunti: La pillola del giorno dopo è gratuita al di sotto dei 21 anni e in ogni caso rimborsata al 65%, viene fornita nei consultori e dalle infermiere scolastiche e si può acquistare in farmacia senza ricetta. L'interruzione volontaria di gravidanza è interamente rimborsata dall'assicurazione sanitaria ed accessibile alle donne di tutte le età- nel caso si tratti di una ragazza minorenne a richiederla, può farlo anche senza autorizzazione dei genitori, se questi non fossero disposti al dialogo, sempre previe due visite mediche e una consultazione "psico-sociale". Il tasso di obiettori di coscienza tra i medici gira intorno al 7%- contro un 70% dell'Italia.
Nonostante le innumerevoli conquiste, le donne francesi sono ben consapevoli della distanza che separa loro- e tutte le altre donne nei paesi del mondo- dal traguardo della parità e per questo oggi scendono in piazza a manifestare per un futuro migliore."
Io come sempre sono positiva e spero in un cambiamento, il movimento #nonunadimeno è sempre più forte e sicuramente qualcosa inizierà a cambiare; io non perdo la speranza.
Detto questo, spero che il post vi sia piaciuto,
ringrazio nuovamente Ina,Victoria e Zoe per aver collaborato;
al prossimo post,
baci,
Elena
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mappa del 2015, della violenza sulle donne da parte dei loro partner |
omicidi volontari di donne in alcuni Paesi dell'Unione Europea |
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